lunedì 28 aprile 2008

DISLESSIA METODO DI RECUPERO - 8^ tappa

ATTIVITA’ DI APRILE

SCUOLA E DISLESSIA: SONO PASSATI OTTO MESI

8^ e ultima fase


Insisto come sempre per l'applicazione della metodologia applicata in precedenza: non sottolineare l'errore, ma solo il successo. Quando il bambino sbaglia si può fargli ripetere (subito o in un secondo momento) quello che non ha raggiunto.

Ormai il bambino legge con una certa sicurezza parole bisillabe e trisillabe semplici.

Si tratta ora di percorrere gli ultimi ostacoli: le sillabe che vedono vicine la doppia consonante o la doppia vocale.

Come sempre l’inizio è solo orale: si dirà una parola per volta (TUONO – COSTA – MERLO – ECC.): l’adulto scandirà oralmente la parola staccando le varie parti (TU – O – NO), parola che il bambino dovrà ripetere “intera” (si potrà giocare dicendo al bambino di “incollare le paroline indisciplinate”!).

La parola in questione verrà quindi scandita con la consueta battuta consonante/vocale.


“Raccolte” cinque o sei parole si passerà alla dettatura/scrittura delle parole singole.

Questo esercizio potrà, come sempre, essere fatto anche a scuola con l’intera classe, con l’innegabile vantaggio non solo di far sentire “uguale agli altri” il bambino dislessico, ma di rinsaldare incertezze che fossero comunque ancora presenti anche nei compagni.

Per ripetere l’esercizio senza annoiare il bambino e per rinsaldare la sua attenzione si potrà anche inventare una storiella, per esempio: “Sull’albero del giardino della scuola cinguetta un merlo. Quando arriva la pioggia e un forte tuono, il merlo scappa via”, o altre simili che possano eventualmente essere anche disegnate o rappresentate se lo si ritiene opportuno (attività quest’ultima nella quale i bambini si divertono molto). In questa frase esemplificativa sono presenti numerose parole con la difficoltà indicata.

Una volta scandita con la battuta di cui sopra, quindi disegnata e/o rappresentata, la frase potrà essere dettata lentamente e con una chiara scansione delle difficoltà.

Si procederà quindi alla lettura di un breve facile e breve testo del libro di lettura, ponendo, ove necessario, particolare attenzione alle parole in questione. Se il bambino ha difficoltà a distinguere la sillaba “difficile” si procede subito alla breve “battuta” (v. sopra) della stessa.

Anche in queste attività l’applicazione richiesta non dovrà eccedere i 20 minuti suddivisi in modo congruo tra le attività sopra descritte.

Come sempre il successo verrà dalla continuità dell’esercitazione!



Il metodo è ora completato. Per il bambino dislessico, come per tutti gli altri, è necessario conservare l'abilità acquisita tramite un costante esercizio, soprattutto di lettura.
Il bambino dislessico farà fatica a leggere scorrevolmente per qualche anno ancora, ma alla fine del ciclo elementare sarà del tutto a pari degli altri: l'importante è che conservi sempre fiducia nelle proprie possibilità di superamento e che assuma la responsabilità della lettura quotidiana!

giovedì 6 marzo 2008

DISLESSIA METODO DI RECUPERO - 7^ tappa

ATTIVITA’ DI MARZO

SCUOLA E DISLESSIA: quasi alla mèta

7^ fase

Ora si tratta di proseguire. La lettura è sempre molto lenta, ma gli errori tendono a diminuire. Siamo arrivati alla individuazione delle sillabe in parole "lunghe".

Insisto sempre per l'applicazione della metodologia applicata in precedenza: non sottolineare l'errore, ma solo il successo. Quando il bambino sbaglia si può fargli ripetere (subito o in un secondo momento) quello che non ha raggiunto.

Se l'esercizio è regolare, quotidiano (condizione indispensabile), fondato sul convincimento e non sulla forzatura, il successo è assicurato.

Nella scheda che segue si invita il bambino a cercare (sul libro di lettura o su altro libro scritto in caratteri di grandezza corrispondente) sillabe formate da una consonante e una vocale inserite in parole bisillabe e trisillabe, a cerchiarle con un colore e quindi a leggerle.

Il bambino, per migliorare la propria disponibilità, potrà anche, se lo desidera, scegliere di cerchiare in colori diversi le sillabe con le vocali diverse.


Nella seconda scheda indico delle possibili frasi da dettare al bambino (non più di due, tre per volta). Gratificare sempre i successi!


AD APRILE, CON L'ULTIMA FASE, POTRà DIRSI CONCLUSO l'ITER DI RECUPERO




sabato 2 febbraio 2008

DISLESSIA METODO DI RECUPERO 6^ tappa

ATTIVITA’ DI FEBBRAIO

SCUOLA E DISLESSIA: ESSERE DETERMINATI

6^ fase

Ancora non è il momento di abbandonare gli esercizi specifici qui suggeriti, ma di proseguire con fiducia nell’itinerario indicato. Quando l’obiettivo sarà raggiunto compiutamente (e ormai manca poco) ci si accorgerà che non è stato poi troppo gravoso applicarsi nel seguire il bambino, almeno leggendo quanto scrive Ugo Pirro della sua esperienza di padre, che riporto in calce. Il metodo che io suggerisco in questa sede è stato da me applicato con successo fin dal 1985!

Ora il bambino, che ha eseguito le fasi precedenti senza fretta e soprattutto senza ansia, può leggere delle semplici frasi, scritte tutte in stampatello maiuscolo, ma organizzate normalmente in orizzontale.

Se si vede che egli non riesce ancora a distinguere bene le sillabe, le si possono evidenziare tracciando intorno a ciascuna di esse un circoletto, magari con colori diversi e facendosi aiutare da lui stesso.

Le stesse frasi o/e altre simili potrà poi scriverle sotto dettatura.

E’necessario che nello scrivere il bambino usi ancora lo stampatello maiuscolo. Peraltro anche altri compagni lo usano ancora in classe in alcune circostanze e quindi non ci sono motivi di discriminazione.

Attenersi strettamente alle norme di comportamento ampiamente descritte nelle fasi precedenti, in particolare a quella di non dar mai peso agli errori: non occorre sottolineare l'errore, basta ripetere. Invece gratificare i successi!

Non mi stancherò mai di ripetere che la richiesta di sforzo al bambino in difficoltà (qualunque sia la difficoltà che un qualsivoglia bambino incontra) è indispensabile che sia calibrata, estremamente attenta e sensibile - ma anche decisa e fiduciosa - in modo da consentirgli di sentirsi adeguato e di trarre dal raggiungimento dell’obiettivo un’occasione di autostima.

Per aiutarsi a convincerlo si possono assegnare dei “punti” ad ogni frase letta/scritta bene, anche se lentamente. Non occorre abbinare al punteggio raggiunto dei premi, in quanto il bambino si contenta già “di aver fatto tanti punti” e di sentirsi “bravo”.

Considero diseducativo premiare quanto il bambino fa per sé, proprio perché in questo modo crederebbe di sforzarsi a vantaggio di altri (anche se della mamma o papà) e non imparerà a “fare per se stesso”.

Scrive Ugo Pirro:

“....Mano mano che procedevo.., la dislessia diventava un albero dalle lunghe e tortuose radici, che non potevano essere estirpate senza una lunga pazienza e mai completa­mente.

La conoscenza che acquisivo allarmava proprio perché confermava quelle oscure paure che avevo accumulato.

E non mi dava alcun sollievo scoprire che era un disturbo assai più diffuso di quanto mai avessi supposto. Come spiegare allora che non erano reperibili testi di divulgazione, guide per i genitori e gli insegnanti, ricer­che condotte nelle scuole italiane?

Per quante indagini facessi, restai a mani vuote. Tanto disinteresse, quel silenzio dei libri non stava certo a signi­ficare che nel nostro paese i dislessici erano rari, indica­vano piuttosto una sordità, un'indifferenza degli ambien­ti scientifici. Così solo si spiegava l'indifferenza della scuola di Umberto, l'assenza di ogni iniziativa pubblica. L'unico segno di interesse era appunto quel libro esposto nella bacheca della clinica. Più, insomma, leggevo, cercavo di informarmi, più io e Umberto eravamo soli con­tro tutti...

Umberto non poteva essere il solo dislessico esistente in Italia e dunque chissà quanti altri, al pari di me e di Umberto, combattevano senza speranza, senza capire, senza protestare, senza pretendere aiuti, rassegnati e colpevoli per quella loro rassegnazione che condannava i figli al semianalfabetismo, a ogni sorta di disturbo comportamentale...

... Soltanto in Italia avere un figlio dislessico è una tragedia senza qualità che si rap­presenta davanti all'indifferenza della scuola, degli istitu­ti scientifici, delle istituzioni pubbliche.

... non sapevo a chi rivolgermi per guarirlo e aiutarlo, dal momento che negli anni della scolarizzazio­ne di massa la scuola si dedicava soltanto a quei figli, a quei piccoli cittadini che .. distinguevano il tempo dallo spazio senza errori, confusioni e omissioni, che si orientavano nell'universo avvicinabile con la stessa facili­tà con la quale gli uccelli migratori volano seguendo la rotta dei loro viaggi stagionali.....

... Proprio così era già accaduto alle elementari. L'avevano più che promosso, spedito alla scuola media, affibbiato a un altro corpo insegnante perché si provasse a respingerlo, si assumesse la responsabilità di eliminarlo....”

Ugo Pirro Mio figlio non sa leggere, Biblioteca Universale Rizzoli, MILANO 1984

domenica 6 gennaio 2008

DISLESSIA METODO DI RECUPERO 5^ tappa

ATTIVITA’ DI GENNAIO

SCUOLA E DISLESSIA: LA FAMIGLIA

5^ fase

Le seguenti due schede sono da utilizzarsi per leggere con il solito sistema della battuta sia durante le vacanze natalizie che dopo il ritorno a scuola.
Ora il bambino può scrivere autonomamente semplici parole bisillabe sotto dettatura.
E’ una fase che richiede molta attenzione, affinché il bambino si senta sempre in grado di fare lo sforzo e conquistare il risultato: attenersi quindi strettamente alle norme di comportamento ampiamente descritte nelle fasi precedenti,
in particolare quella di non dar mai peso agli errori: non occorre sottolineare l'errore, basta ripetere. Invece gratificare i successi!

Nell’eseguire le schede qui indicate è importante che il bambino scandisca bene le sillabe, accentuando la voce sulla sillaba finale di ciascuna: nAsO, ecc.

Tenere conto che soprattutto la lettura delle parole intere è ancora difficoltosa e richiede maggiore esercizio e incoraggiamento.


Se il B si trova spesso in difficoltà davanti a parole nuove, tornare un po’ indietro, rifacendo i giochi descritti o altri a piacere, che favoriscano l’analisi orale delle lettere, delle parole, delle frasi.
Quando il bambino leggerà con sicurezza e sufficiente ritmo le parole bisillabe, si potrà passare a quelle trisillabe semplici: tavola, colore, ecc..
Dopo la metà gennaio, alcuni giorni dopo il ritorno a scuola dalle vacanze natalizie, sarà possibile cominciare a seguire normalmente quanto viene fatto in classe, anche per quanto riguarda la lettura.
Per tale motivo si può aiutarlo mentre legge, suggerendo le parole più complicate o lunghe …. ma senza esagerare nell’aiuto e ritenendolo soltanto un momento di passaggio!

(seguirà a febbraio la 6^ tappa)



PRIMA ELEMENTARE CHI CHE GHI GHE

LEGGERE E SCRIVERE
CHI - CHE - GHI - CHE - CI - CE - GI - GE

Anche l'introduzione di queste sillabe viene fatta con una storiella fantasiosa, che coinvolge i bambini nelle vicende di alcune famigliole cui manca l'h , che poi ritrovano ......
il tutto ben illustrato dal cartellone e seguito da qualche scenetta in classe.


Per rafforzare il riconoscimento e il corretto uso sono ricorsa ad un altro "gioco dell'oca" adattato all'esigenza.

Per approdare, infine, alla scrittura delle sillabe e al raggruppamento in insiemi logici delle parole che le contengono

PRIMA ELEMENTARE – QUI QUO QUA QUE

APPRENDIMENTO DELLA SILLABA CON IL QU...

Come sempre, l’introduzione avviene prima attraverso un’attività che coinvolga gli alunni emotivamente e con il “fare": storielle e scenette in classe, coinvolgeranno subito i bambini.
Seguirà quindi un’attività di coloritura di schede, di disegni autonomi, ecc. che fissino le sillabe in questione: cosa è meglio dei tre nipotini (più cuginetto) del celebre Paperino?

I bambini potranno usare le nuove sillabe scrivendo autonomamente (vedi le schede sotto).
Anche quando i bambini già scrivono quasi tutti in corsivo, è bene utilizzare lo stampatello maiuscolo, a loro più familiare, per la “novità” linguistica introdotta.
Seguirà quindi anche la lettura in stampatello minuscolo.

Poiché di frequente i bambini confondono, nello stampatello minuscolo, la p dalla q , come la d dalla b ho approntato un “gioco dell’oca” che aiutasse a superare queste difficoltà.